Autismo e Covid-19: Tavolo Cei, “al servizio degli assistiti senza perdere di vista la centralità della persona”

In tempo di Covid-19, i Centri che si occupano di persone con disturbi dello spettro autistico e aderiscono al Tavolo autismo della Cei si sono da subito attivati per rispondere ai bisogni delle persone assistite, delle loro famiglie e degli operatori. Se ne è parlato oggi, alla conferenza stampa online di presentazione dell’indagine “I servizi per la diagnosi e il trattamento, la cura pastorale e il sostegno alle famiglie per le persone con Dsa, offerti dalle strutture cattoliche e di ispirazione cristiana”. In primo luogo “è stata posta grande attenzione all’applicazione delle normative, nazionali e regionali, che progressivamente venivano emanate, facendo particolare riferimento ai documenti dell’Istituto superiore di sanità dedicati alle persone con Dsa”. Oltre all’utilizzo dei Dpi, sono stati avviati percorsi formativi per il personale e per gli ospiti, sono stati chiusi i servizi semi-residenziali, interrotte visite e accessi nei servizi residenziali, sospese prestazioni diagnostiche non urgenti. Necessaria, è stato spiegato, anche “una riorganizzazione degli ambienti per favorire il distanziamento sociale” e l’avvio di “prestazioni in modalità da remoto attraverso piattaforme on-line”. L’impegno è stato quello di “non fare sentire soli pazienti e famigliari” e di coinvolgere le famiglie come “risorsa preziosa da valorizzare”. È stato importante garantire il mantenimento delle routine, delle capacità occupazionali e relazionali e delle competenze acquisite. Il tutto “senza perdere di vista la centralità della persona umana, nelle sue più diverse componenti, e la sua accoglienza globale nel rispetto di potenzialità e limiti di ciascuno”.

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