“Un altro fatto di cronaca nera rompe il silenzio: due adolescenti di 15 anni trovati morti per l’assunzione di un mix di sostanze. Due scene terrificanti che hanno scosso una città intera e l’opinione pubblica perché morire a 15 anni e soprattutto per droga lascia sgomenti”. Lo afferma Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche.
Il presidente della Fict denuncia: “Una società totalmente indifferente che si scuote un attimo soltanto di fronte a tragedie immani come quella di Terni e, peraltro, ampiamente annunciate. Proprio così, ampiamente annunciate! E nessuno può sentirsi assolto, può dire ‘non potevo immaginare’! Tutti noi, anche chi ci governa e chi è chiamato a fare le leggi, sappiamo perfettamente che le droghe uccidono. I dati sono lì a dimostrarlo: quasi un morto al giorno per droga in Italia. Eppure, nonostante questo, nessuno se ne preoccupa e l’unico dibattito che ‘appassiona’ è cannabis sì o cannabis no! Mentre ragazzi sempre più giovani, colpevoli solo del male di vivere, continuano a morire ogni giorno. Le droghe creano dipendenza e soprattutto gli adolescenti non hanno gli strumenti per poter fronteggiare questa sirena attrattiva, troppo seduttiva, se alla base non c’è, da parte della società tutta, una corretta informazione e educazione emotiva”.
“Gli adulti e lo Stato si sono dimenticati di investire sulla cultura della prevenzione, sulla trasmissione di quei valori, che preservano la vita umana e che aiutano a distinguere il bene dal male, perche bisogna dirlo chiaramente – continua Squillaci -: tutto ciò che crea dipendenza è male e le droghe uccidono”.
“Stiamo tornando indietro. Nelle scuole scarseggiano programmi di prevenzione e, soprattutto, in questo periodo di lockdown gli adolescenti sono stati lasciati ulteriormente da soli e la paura è che sarà sempre peggio”.
“Nelle comunità terapeutiche – spiega Squillaci – nel 2019 noi abbiamo registrato un incremento di prese in carico di quasi il 10% di minori e adolescenti rispetto al 2017, di questi il 39% ha assunto per la prima volta cannabis, il 12% eroina, l’11% cocaina e il 25% alcol. Mentre registriamo nel 2019 un decremento del 31% di interventi e progetti di prevenzione e informazione nelle scuole, nei centri di aggregazione, nelle area di formazione per docenti e famiglie. Questi pochi dati sono gravissimi e ci danno la misura di quanto ci sia disinteresse sul futuro e sulla vita dei minori”.
“Purtroppo se non ci si muove rapidamente e con determinazione in campo educativo, arriveranno altre tragedie annunciate – conclude il presidente Fict – perché la droga si sconfigge soltanto con la cultura dei valori, che non cadono dal cielo, e con una nuova comunità che torna a svolgere il suo ruolo educativo, mettendo di nuovo al centro i giovani che oggi non hanno più un perché e uno scopo”.