“I migranti che abbiamo salvato sono in pessime condizioni di salute, non abbiamo più cibo, acqua, siamo tutti molto stanchi. Abbiamo veramente bisogno di aiuto. Spero che Malta faccia sbarcare il prima possibile queste persone. Facciamo appello a tutti: per favore, per favore aiutateci!”. È un appello disperato quello di Mohammad Shaaban, capitano della nave Talia, che il 3 luglio ha salvato in mare 52 persone dopo aver ricevuto un Sos da un aereo della Ong Sea-Watch. In un video arrivato questa notte al Sir il capitano racconta che il suo mercantile stava viaggiando dalla Libia verso la Spagna e ha ricevuto la segnalazione di una imbarcazione in difficoltà nella zona Sar maltese anche se più vicina a Lampedusa (a circa 60 miglia nautiche). Per cui hanno salvato le persone e invertito la rotta verso Lampedusa. “Le persone erano in condizioni pessime – dice il comandante, di nazionalità siriana -. Abbiamo proceduto verso Lampedusa ma l’Italia ha rifiutato questi migranti. Abbiamo chiamato Malta e abbiamo proseguito verso le acque territoriali di Malta. Poi è arrivata una tempesta e siamo stati costretti, per evitare onde altissime, a spostare i migranti sul ponte 6 che usiamo per il trasporto degli animali, ma è un luogo sporco non adatto alle persone”. Il comandante Shaaban ha confidato che sta valutando di chiedere lo “stato di emergenza” e sbarcare a Malta nonostante il no delle autorità. Da ieri sta girando anche una drammatica foto di un membro dell’equipaggio della nave Talia che tiene in braccio un migrante ridotto pelle e ossa, ribattezzata dai media “la pietà del mare”.