“È dell’uomo che sentiremo la mancanza: della sua sensibilità umana, della ricerca spirituale che lo ha accompagnato, dell’eleganza della persona, della riservatezza non escludente, della profondità di ascolto e di sguardo. L’arte non è un mestiere che si impara, la musica non è un’abilità che si apprende ma germina in persone speciali, straordinarie”. Lo evidenzia mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS) e direttore della Rivista del Cinematografo, ricordando Ennio Morricone, scomparso la scorsa notte a Roma. Morricone, aggiunge mons. Milani, “è stato davvero il più geniale dei nostri compositori cinematografici, un talento che ha consolidato il prestigio dell’Italia nel mondo con musiche entrate nella vita di ognuno di noi. Il pubblico lo conosce come autore di memorabili colonne sonore per registi come Sergio Leone, Giuseppe Tornatore, Terrence Malick e moltissimi altri, ma gli siamo riconoscenti anche per l’impegno nella ricerca musicale d’avanguardia nonché per gli arrangiamenti sempre ingegnosi di quelli che sono ormai classici della musica italiana”. E conclude: “Per oltre mezzo secolo ha ispirato artisti e ammiratori: i tantissimi premi ricevuti, su tutti i due Oscar, testimoniano solo in parte l’immensa gratitudine che tutti noi proviamo nei confronti di Ennio Morricone”.