Coronavirus Covid-19: padre Campos Aguilar, “in Perù senza un immenso sforzo di solidarietà povertà ed emarginazione aumenteranno”

“Come credenti dobbiamo rinnovare la speranza che, nonostante tutto, l’amore sia più forte della morte”. Lo dice a www.migrantesonline.it il coordinatore nazionale dei peruviani in Italia, p. Emerson Campos Aguilar, che si trova nel suo Paese bloccato a causa della pandemia in corso. Il sacerdote racconta che “coloro che sono malati, coloro che hanno perso la casa e il lavoro sono disperati. Nella giungla peruviana stiamo facendo un enorme sforzo di solidarietà, aiutiamo con pacchi alimentari, ossigeno a casa, mascherine, sapone e altre cose e usiamo più medicine naturali per combattere l’infezione ma le risorse caritative sono già finite. Confidiamo nel buon Dio”. P. Emerson sottolinea come, “nonostante l’esuberante giungla amazzonica ricca di ossigeno, la gente muoia per mancanza di ossigeno, per mancanza di medicine, di cure mediche. In molte zone mancano gli ospedali: ci sono solo semplici pronto soccorso. Il polmone della giungla del mondo è dimenticato, lasciato a se stesso. E chi è malato è lasciato solo, nell’anonimato. Rischia di morire anche chi non è affetto da coronavirus ma di altre patologie. Una storia di uomini, donne e bambini anonimi che sfuggono dalle mani dei responsabili”. La povertà e l’emarginazione, “se non facciamo un immenso sforzo di solidarietà, aumenteranno: ci sarà una maggiore miseria e ci saranno più persone che sopravviveranno” in condizioni difficili, “come dimostrano tutte le statistiche di oggi”.

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