Brasile: diocesi di Floresta e società civile contro la costruzione di una centrale nucleare a Itacuruba. Pressione su voto che mira a cambiare la Costituzione del Pernambuco

Una proposta di modifica della Costituzione dello Stato brasiliano del Pernambuco (Nordest del Paese) mira a rendere possibile la costruzione di centrali nucleari nello Stato e, di conseguenza, a dare il via libera al progetto per costruire un impianto sulle rive del fiume São Francisco. La discussione sta arrivando al momento decisivo e proprio per questo l’alleanza tra vari organismi della società civile e delle popolazioni indigene e afro, con la presenza della diocesi di Floresta, sta facendo sentire la propria protesta e preoccupazione, mirando a sensibilizzare non solo l’opinione pubblica brasiliana ma anche la comunità internazionale.
Si fa portavoce di tale preoccupazione padre Luciano Pereira Aguiar, referente della Pastorale sociale della diocesi di Floresta, che al Sir dichiara: “Gli interessi dietro la costruzione di questi ‘bollitori atomici’, come dovrebbero essere chiamate le centrali nucleari, hanno deciso di costruire un impianto nucleare, con sei reattori, nella città di Itacuruba, sulla riva sinistra del fiume S. Francisco. E vogliono, affinché ciò diventi legalmente possibile, cambiare la Costituzione dello Stato. Ma la popolazione del Comune di Itacuraba – i residenti della città, di numerosi villaggi, i quilimboli (abitanti di origine afro) e indigeni, che sarebbero i più direttamente colpiti se questa realizzazione, da anni protestano e continuano a resistere, nonostante siano continuamente insidiati dalle miracolose e false promesse degli agenti della lobby nucleare, che nascondono che in tutto il mondo questo modo di produrre elettricità viene abbandonato”.
Le persone di Itacuruba, prosegue il sacerdote, “sono consapevoli che l’impianto già soltanto per la sua esistenza distruggerà la loro città e le loro vite e che, dal primo giorno di funzionamento, ci sarà la possibilità che accada una calamità, con fughe di radioattività, in seguito alle quali anche il fiume diventerebbe un corso d’acqua morto, non più in grado di fornire acqua per l’irrigazione o pesce”.
Si moltiplicano, perciò, i dibattiti e le occasioni di sensibilizzazione, anche virtuali, come quello che domenica 5 luglio alle 16.30 (ora locale) si terrà in diretta sulla pagina Facebook della Provincia francescana del Pernambuco.

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