Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro il mese di giugno 2020 sono state 244.896, in diminuzione di circa 79mila casi rispetto alle 323.831 del primo semestre 2019 (-24,4%). È quanto emerge dagli open data Inail su “Infortuni e malattie professionali” relativi al primo semestre 2020.
“Questa diminuzione – viene spiegato – è influenzata in particolare dal sostenuto calo delle denunce registrate tra marzo e giugno, che sono state 75mila in meno rispetto al quadrimestre marzo-giugno 2019 (-34,5%), a causa soprattutto dello stop forzato tra marzo e maggio di ogni attività produttiva considerata non essenziale per il contenimento dell’epidemia da nuovo Coronavirus e delle difficoltà incontrate dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown, dall’inizio di giugno”.
Stando ai dati diffusi, si evidenzia a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 276.043 a 217.695 (-21,1%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che hanno fatto registrare un calo del 43,1%, da 47.788 a 27.201. Il confronto tra il quadrimestre marzo-giugno 2020 e l’analogo quadrimestre del 2019 documenta come le diminuzioni siano molto più marcate, pari rispettivamente al -30,0% e al -62,6%.
Nel primo semestre di quest’anno, l’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese. Questa flessione risulta essere decisamente più contenuta nel Nord-Ovest (-13,5%) e più accentuata nel Nord-Est (-26,5%), al Centro (-29,9%), al Sud (-33,0%) e nelle Isole (-30,9%). Se si limita il confronto al solo quadrimestre marzo-giugno, i cali registrati nelle singole ripartizioni geografiche sono più evidenti: -18,5% per il Nord-Ovest, -37% circa per il Nord-Est e oltre il -43% per Centro, Sud e Isole.
La flessione che emerge dal confronto dei primi sei mesi del 2019 e del 2020 è legata soprattutto alla componente maschile, che registra un calo del 30,7% (da 206.010 a 142.774 denunce), mentre per quella femminile si attesta al -13,3% (da 117.821 a 102.122). Tra gennaio e giugno la diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%), sia quelli comunitari (-14,0%) ed extracomunitari (-20,8%), con cali percentuali più sostenuti se limitati al confronto del solo quadrimestre marzo-giugno. Decrementi generalizzati si sono verificati in tutte le fasce, ma più contenute per i lavoratori tra i 45-64 anni.