“Non ne parla nessuno ma il Covid continua a crescere in Africa, è impossibile avere il numero dei casi reali perché i tamponi che si fanno sono pochissimi. La cosa certa è che la battaglia contro il virus e soprattutto contro le altre ‘normali’ malattie continua e si fa ancora più dura. E si vince tenendo aperti i servizi sanitari, ospedali e dispensari, dando risposte concrete alle mamme che partoriscono, ai bambini malnutriti che non devono morire di fame, ai malati sieropositivi o tubercolotici che hanno bisogno di continuare la terapia”. Lo scrive don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, in un messaggio, dopo la sua partenza per la Tanzania, tre settimane fa, dopo il lungo stop obbligato, imposto dall’emergenza coronavirus. Il segreto è “dare fiducia alla gente e ai colleghi locali, con la presenza umile e fedele, non di supereroi ma di gente ‘normale’ che cammina insieme, ‘con’. È quello che ho toccato con mano nel Nord della Tanzania, nelle regioni di Shynianga e Simiu, e poi a Sud, nelle regioni di Iringa e Njombe. Ho respirato con vera commozione, pur in mezzo a difficoltà e problemi, gioia pura e riconoscente. I nostri sono tutti ‘giovani’, sui 30-40 anni, qualcuno arriva anche ai 50, seri e preparati; stanno spendendo il meglio della loro vita, umana e professionale, a fianco di colleghi locali, dedicati e al servizio dei più poveri. Sono infettivologi, pediatri, ginecologi, internisti, ostetriche, manager di progetto, amministrativi: con i colleghi locali, in questi mesi pur faticosi e duri, hanno continuato il lavoro, senza tregua, con ancora più passione e determinazione”.
Dopo aver ricordato di essere diventato “da poco ‘commendatore’ della Repubblica italiana”, don Carraro ringrazia il presidente Sergio Mattarella per “un così importante riconoscimento” e aggiunge: “Ma è a questi ‘uomini e donne’ che va dedicato il nostro più grande riconoscimento. Non amiamo le medaglie, ma se una medaglia va riconosciuta è a loro che va data: al Cuamm fatto di gambe che partono, di braccia che curano e di cuori capaci di condividere”.
Infine, il direttore del Cuamm rammenta: “Sabato 7 novembre a Padova celebriamo 70 anni di impegno e lavoro a fianco dei più poveri in Africa. Adotteremo forme e modi possibili, ma il nostro compleanno, specie se sono 70, va celebrato”.