“Dio non usa il male, ma lo vince amando e trasformandolo in luce. Come nel muro alla stazione di Bologna: attraverso quella tragica ferita penetra la luce. Quella di Cristo è luce di amore che illumina il sepolcro della morte. Il nostro è un Dio che diventa Lui vittima (Dio!) perché ascolta il grido che sale dalla terra, dal sangue di tutte le vittime, qualunque nome, storia e caratteristica abbiano, solo perché vittime. Non è sordo al dolore, non fa finta, non si gira dall’altra parte, non parla sopra, non ha da fare, non si lamenta Lui”. Lo ha evidenziato, oggi, l card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nell’omelia della messa celebrata questa mattina nella cattedrale di San Pietro, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in suffragio delle vittime delle stragi di Ustica e della Stazione ferroviaria di Bologna, delle quali quest’anno ricorre il 40° anniversario. “Con Dio non ci potremo mai abituare a questo grido che sale da ogni strage, da ogni pandemia e violenza e ci ricorda che siamo fratelli di chi è colpito – ha affermato il porporato -. La Chiesa come una madre non vuole essere consolata finché non sia donata giustizia, finché il grano non sia liberato dalla zizzania. È una sentinella attenta perché il nemico non approfitti del sonno dell’indifferenza per seminare la zizzania”. Il cardinale ha precisato: “Non accettiamo come innocui i semi dell’odio e del pregiudizio, le ideologie che annullano la persona, l’uso di parole che diventano armi, la superficialità di cercare a tutti i costi la convenienza senza difendere la verità e il bene comune. Chiediamo ancora che chi sa qualcosa trovi i modi per comunicare tutto ciò che può aiutare la verità, perché anche se scappiamo dal giudizio degli uomini non scappiamo dalla nostra coscienza e soprattutto dal giudizio di Dio”.
Poi un auspicio: “Da questa memoria, di due tra le ferite più profonde della storia recente del nostro Paese, vorrei sorgesse un impegno rinnovato, personale e comunitario, per l’Italia e per l’Europa tutta, in un momento così grave per tutti che richiede ad ognuno rigore e serietà”. Il card. Zuppi ha, quindi, esortato: “Preghiamo perché cresca il contrario degli interessi individuali e dei poteri occulti che è il bene comune. Preghiamo perché siano sconfitte le mafie di ogni genere e provenienza, con i loro interessi spaventosi e la terribile capacità corruttiva e distruttiva, e cresca la comunità di destino che ci unisce. Preghiamo perché il grido di dolore che sale dal sangue delle vittime e che è ascoltato da Dio lo sia anche dagli uomini e diventi pratica di giustizia e umile impegno di onestà. Preghiamo perché sappiamo essere fratelli per il nostro fratello come Cristo ci ha insegnato. In Lui i nostri cari vivono e sono nella luce. Anche per loro scegliamo la via dell’amore”.