“Il sistema Italia soffre di alcune criticità strutturali legate all’ambiente, all’istruzione e alla permanente bassa fecondità: problemi annosi ma urgenti, sui quali il dibattito riguardante specifici aspetti della crisi ha riportato l’attenzione”. Lo sottolinea il Rapporto annuale Istat 2020, presentato oggi a Roma, a Montecitorio. Soprattutto, “si tratta di questioni che meritano azioni e investimenti – sia pubblici sia privati – che a loro volta possono costituire una leva essenziale per la ripartenza”.
I dati ambientali sul consumo di materia e le emissioni rivelano “performance relativamente positive per il nostro Paese, ma dovute prevalentemente all’andamento sfavorevole dell’attività economica e insufficienti rispetto agli obiettivi europei finalizzati al contrasto dei cambiamenti climatici”. La popolazione, poi, “è molto sensibile alle tematiche ambientali ma i comportamenti non sono altrettanto coerenti”.
L’Italia ha affrontato lo shock da pandemia partendo da “una situazione di consistente svantaggio in termini di digital divide e anche rispetto ai livelli di istruzione e di investimento in conoscenza”. Dal lato delle imprese, i dati evidenziano i vantaggi dell’istruzione in termini di performance e prospettive occupazionali.