“È scandaloso che una legge pensata per proteggere le donne dagli abusi domestici venga monopolizzata per depenalizzare l’aborto, che è proprio una forma di abuso domestico. Questi emendamenti fanno il gioco di uomini violenti”. Così Antonia Tully, portavoce della “Società per la protezione dei bambini non nati”, una delle associazioni più attive del movimento per la vita britannico, commenta il tentativo di modificare la legislazione sull’aborto da parte del parlamento di Westminster. La Camera dei comuni discuterà lunedì 6 luglio due modifiche alla legge sugli abusi domestici che, se approvate, renderanno possibile abortire a richiesta, senza tempo di riflessione o colloqui, fino a 28 settimane. Toccherà allo “Speaker”, il presidente della Camera dei comuni, decidere, a mezzogiorno di lunedì, se i due emendamenti rientrano nell’ambito della legge. Se la risposta sarà affermativa seguirà un dibattito e un voto che, probabilmente, porteranno a una modifica della legislazione. Già agli inizi di giugno, infatti, i deputati britannici hanno approvato, per il Nord Irlanda, un provvedimento che puntava a depenalizzare l’aborto e allungarne il limite a 24 settimane anche se poi la nuova legislazione è stata respinta dal parlamento locale di Stormont.