Nell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, secondo il recente V Rapporto sulle povertà curato dall’omonimo Osservatorio della Caritas diocesana, le persone e le famiglie che per la prima volta hanno chiesto un aiuto, a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, sono state circa il 35% dei fruitori abituali, 120 in più al Centro di ascolto diocesano e 400 all’Emporio “Tabgha” (Perugia città), nei mesi marzo-aprile-maggio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. I dati, sottolinea oggi, in una nota, la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, sono in linea con quelli diffusi dal nuovo monitoraggio condotto dalla Caritas italiana interpellando 169 su 218 Caritas diocesane (tra cui quella di Perugia-Città della Pieve) secondo cui i cosiddetti “nuovi poveri” sono il 34%, cioè un incremento di richieste di aiuto di un terzo rispetto a quelle registrate tra marzo e maggio dello scorso anno.
Nell’emergenza fondamentale accanto all’impegno degli operatori è stato l’apporto di migliaia di volontari tra cui molti giovani, come è avvenuto a Perugia, che nella fase acuta della pandemia hanno garantito la prosecuzione dei servizi sostituendo molti over 65 che in via precauzionale rimanevano a casa.