Azione contro la fame esprime la sua preoccupazione per la minaccia della fame, aggravata dalla pandemia di Covid-19, che incombe sulle popolazioni vulnerabili di Afghanistan e Pakistan già indebolite da conflitti, cambiamenti climatici e povertà. In un comunicato, diffuso oggi, l’organizzazione umanitaria internazionale denuncia che la crisi sanitaria si sta rapidamente intensificando con oltre 30.000 casi confermati in Afghanistan e oltre 200.000 registrati in Pakistan e chiede uno sforzo ulteriore e immediato per assistere e proteggere donne, uomini e bambini. “Quella di Covid-19 è una crisi di lunga durata che necessita di una risposta integrata − dichiara Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame −. Alla luce della fine dei blocchi e della difficoltà di garantire il distanziamento sociale, occorre favorire l’adozione di politiche chiare che considerino le conseguenze economiche e sanitarie della pandemia. Quanto sta accadendo in Pakistan è molto simile alla situazione vissuta in Europa nel mese di marzo”. L’organizzazione si rivolge ai donatori e alle istituzioni nazionali e internazionali affinché si impegnino a fornire mezzi adeguati e strategie a lungo termine utili per la lotta contro la pandemia. In Afghanistan e Pakistan, con un aumento del numero dei contagi, occorre sostenere le comunità locali in considerazione dell’allentamento o, addirittura, della revoca delle misure promosse per contenere la pandemia, che espongono le popolazioni inevitabili rischi per la salute. Rischi che, secondo Anaïs Hely-Joly, direttore di Azione contro la fame in Afghanistan, spingono a “passare da un approccio di risposta d’emergenza a breve termine a nuovi modi di operare”.