“La crisi ha colpito indistintamente, anche se con intensità diverse, settori produttivi differenti ed interi territori – ha esordito Giovannini – ma si evidenzia una maggiore resilienza per le aziende che avevano adottato, prima della crisi, scelte imprenditoriali sostenibili, il 40% delle imprese di questo tipo sono già proiettate allo sviluppo, contro il 20% di quelle che non avevano fatto questa scelta”. Lo ha affermato ieri il portavoce della Alleanza per lo sviluppo sostenibile (Asvis), Enrico Giovannini, intervenendo all’assemblea 2020 di Federcasse.
Come spiega una nota diffusa oggi, parlando di “Protagonismo dei territori e cooperazione nelle comunità. Condizioni per un Patto tra le generazioni e la sostenibilità economica, sociale e ambientale”, Giovannini ha sottolineato come “la sostenibilità – nella fase post-Covid – sarà l’elemento discriminante per impostare ed immaginare il futuro. L’Italia tutta, non solo il governo, dovrebbe aiutare le forze imprenditoriali, sociali, i giovani, a pensare al futuro in chiave di sostenibilità”. Una vera e propria “educazione al futuro”, ha spiegato il portavoce di Asvis, “come scelta culturale del nostro Paese, capace prima di tutto di immaginare e poi di costruire uno sviluppo diverso. Più equo più sostenibile. Questo farà la differenza”.
Conseguente a questa visione della ripartenza è la valorizzazione di tutte quelle forme di “resilienza trasformativa” che stanno emergendo sui territori: quelle esperienze che, nonostante la crisi, hanno mostrato di avere in sé valori o visioni del domani già improntate alla sostenibilità. In grado di valorizzare non solo capitale economico, ma anche sociale e umano. Occorre allora, per Giovannini, ripensare le politiche secondo cinque caratteristiche basate su un approccio culturale diverso. “Occorrono – ha precisato – politiche che proteggono; politiche che prevengono; politiche che preparano; politiche che promuovono; politiche che trasformano”.
Il portavoce di Asvis si è soffermato sull’esperienza della cooperazione, sopratutto della cooperazione di credito che “si basa sulla attenzione alla dimensione intergenerazionale, che è la chiave per legare il passato e i suoi valori ad un futuro sostenibile”.
In conclusione una sottolineatura sui giovani, “sui quali si scaricano tensioni spesso non sopportabili”.