Il vescovo di Grosseto, mons. Rodolfo Cetoloni, ha benedetto, questa mattina, la chiesetta dell’eremo di Malavalle, nei boschi di Castiglione della Pescaia, a conclusione dei lavori di restauro della pavimentazione e di ripristino dell’altare.
Un momento atteso da tempo, reso possibile grazie alla sinergia e alla collaborazione di tanti: diocesi, comune di Castiglione della Pescaia, Soprintendenza, comitato Usi civici di Tirli (Asbuc), associazione Migratoria, Consorzio di bonifica, gli abitanti di Tirli.
Fra il 2001 e il 2005 l’eremo – che custodisce il ricordo della presenza di san Guglielmo e della prima cellula dell’Ordine monastico dei Guglielmiti, nato proprio a Malavalle dopo la morte del santo (avvenuta nel 1157) – è stato oggetto di lavori di restauro, consolidamento, indagini e scavi archeologici da parte della Soprintendenza. Uno degli ultimi lavori eseguiti dalla Soprintendenza fu proprio lo scavo all’interno della chiesa. Lavori, che, però, si sono interrotti per il taglio drastico di finanziamenti sugli interventi portati avanti su edifici non demaniali, come è, appunto, il caso del complesso di Malavalle. Da tempo, ormai, sul sito si è acceso un nuovo interesse e grazie anche all’interessamento diretto della diocesi, attraverso l’ufficio beni culturali ecclesiastici, e alla determinante sinergia tra istituzioni. I lavori sono iniziati alcuni mesi fa terminando in tempo prima del lockdown.
Mons. Cetoloni, nel suo intervento prima della benedizione alla chiesa e all’altare, ha voluto sottolineare una parola: collaborazione. “In un tempo segnato anche da tante frammentazioni e sgretolamenti – ha detto – aver trovato un motivo comune, che ha messo tante persone e realtà insieme per un iniziale recupero di questo luogo, è un segno bello. È la dimostrazione che ci sono realtà che possono farci convergere, pur provenendo ognuno da esperienze e sensibilità differenti”. “La diocesi – ha aggiunto – tiene molto a questo luogo e alla sua valorizzazione, perché è lo specchio di un uomo, Guglielmo, che ha avuto una vita tanto particolare e che ad un certo punto si è ritirato qui per ritrovare il centro autentico di se stesso. Tutti abbiamo bisogno di essere persone centrate e il centro è il rapporto con Dio. Guglielmo è stato un seme! Da questo luogo, infatti, sono nati i guglielmiti, qui ha vissuto momenti della sua esistenza il venerabile padre Giovanni da Batignano; oggi tocca a noi riappropriarci di questo luogo e la giornata di oggi è un punto di arrivo e uno sguardo in avanti”.
Dopo la benedizione, il vescovo ha consegnato una ceramica bianca, che riproduce una robbiana de La Verna: l’Annunciazione, per dire che “la giornata di oggi è un buon annuncio”. Ha quindi chiesto a tutti i presenti di lasciare la propria firma sul retro della ceramica, come testimonianza di questa giornata e vi ha applicato anche il testo della benedizione letta.