“Un’opportunità per rafforzare le azioni di sostegno alle famiglie, piuttosto che come un’occasione per mettere in discussione il sistema di tutela e per squalificare indiscriminatamente gli attori impegnati nella cura dei minorenni “fuori famiglia”. Così le forze politiche devono considerare l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse all’affidamento familiare e alle comunità che accolgono minorenni, secondo la rete “5buoneragioni per accogliere i bambini che vanno protetti”, costituita da Agevolando, Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia (Cismai), Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), Coordinamento nazionale comunità per minori (Cncm), Progetto Famiglia e Sos Villaggi dei Bambini.
“La Commissione svolgerà un ruolo importante se saprà affrontare le tante questioni che riguardano il diritto del bambino a crescere in famiglia: l’investimento sulla prevenzione, sul sostegno alla genitorialità più fragile, sul sostegno ai servizi sociali territoriali e alle Procure della Repubblica per i minorenni per renderli più efficienti, sul supporto all’autonomia dei giovani neomaggiorenni in uscita da percorsi di accoglienza, perché non si vanifichi il lavoro svolto con loro negli anni della prima infanzia e dell’adolescenza. Dunque, se saprà segnare un rilancio dell’impegno delle istituzioni rispetto alla tutela dei minorenni e al sostegno alle famiglie”, sottolinea la rete.
Il timore, invece, che l’istituzione della Commissione possa tradursi nell’ennesima “caccia alle streghe” nasce “non solo dalla valanga di fango che, anche recentemente, è stata riversata indiscriminatamente sugli attori del sistema che si prende carico dei minorenni ‘fuori famiglia’, ma anche dall’assenza, tra i compiti della Commissione, della verifica dei troppi limiti di un sistema di welfare inadeguato nel sostegno alle famiglie e ai bambini”. Condividendo “pienamente l’esigenza di controllare l’adeguatezza organizzativa e operativa dei singoli attori in gioco e di sanzionare gli eventuali errori” e ricordando che “già le norme vigenti (la legge 184/83, la legge 149/01) prevedono doverosamente la funzione” di controllo, la rete osserva: “Il problema fondamentale che dovrebbe porsi la politica è quello di sostenere le famiglie nei difficili compiti che svolgono, invece di utilizzarle come principale ammortizzatore sociale del nostro sistema di welfare. E di potenziare il sistema di welfare e in particolare gli organici dei servizi sociali e della tutela nonché il sistema della giustizia minorile, che, pur essendo un punto di riferimento a livello europeo, deve però fare i conti con la scarsità delle risorse impiegate, a cominciare da un numero di assistenti sociali gravemente insufficiente in larga parte d’Italia”.