“Qual è la situazione dell’edilizia scolastica sul territorio, in particolare per quanto riguarda la possibilità di ricavare spazi alternativi? In campo vi sono opzioni tra loro molto diverse, soprattutto in termini di esperienza didattica vissuta bambini e ragazzi. In concreto, quali saranno le strade scelte dipenderà anche dallo stato dell’edilizia scolastica e dalla possibilità, ad esempio, di rimodulare gli spazi interni”. È quanto segnala il report dell’Osservatorio #conibambini, che questa settimana indaga proprio lo stato dell’edilizia scolastica in vista del rientro a settembre. Un primo elemento interessante da valutare è quanti edifici scolastici in uso non sono stati costruiti appositamente per questo scopo, ma riadattati solo successivamente per attività didattiche. Secondo i dati elaborati da Con i Bambini e Openpolis, “circa il 77% degli edifici scolastici è stato costruito già con questa funzione, mentre quasi un edificio su 4 (23%) è stato riadattato solo inseguito per un uso scolastico”. Queste percentuali variano molto da regione a regione: “Si trovano al di sotto della media nazionale Campania (61% di edifici costruiti appositamente per uso scolastico), Emilia-Romagna (69%), Umbria e Calabria (70%), Lazio (73%), Liguria e Puglia (75%). Oltre l’85% degli edifici era concepito per un uso scolastico già al momento della costruzione in Abruzzo, Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Molise”. Scendendo a livello locale, “si notano delle differenze sensibili in base al tipo di comune. Nei comuni polo, baricentrici in termini di servizi, la quota di edifici costruiti originariamente per uso scolastico è inferiore alla media: 72% (contro una quota attorno all’80% nei comuni cintura, ovvero l’hinterland dei centri principali, e nei comuni di area interna)”.