Nel 2019, i primi cinque Paesi per numero di presenze di operatori commerciali italiani sono Svizzera (oltre 51mila), Stati Uniti (oltre 41mila), Francia e Germania (per entrambi i Paesi circa 26mila) e Spagna (circa 23mila). Si segnala un numero elevato di operatori anche in Regno Unito (oltre 20mila), Polonia (circa 19mila) e Cina (oltre 18mila). È quanto emerge dalla ventiduesima edizione dell’Annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese”, frutto della collaborazione fra l’Istat e l’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) e diffuso oggi.
Considerando gli operatori secondo i mercati di sbocco, il 47,6% di essi esporta merci verso un unico mercato mentre il 17,0% opera in oltre dieci mercati. La presenza degli operatori nelle principali aree di scambio commerciale è comunque diffusa: nel 2019 si registrano 79.121 presenze di operatori commerciali residenti in Italia nei Paesi europei non Ue, 45.341 in America settentrionale, 42.786 in Asia orientale, 32.835 in Medio Oriente, 28.408 nell’area Ue, 25.837 in America centro-meridionale, 24.130 in Africa settentrionale, 22.285 negli altri Paesi africani, 18.494 in Oceania e altri territori e 16.560 in Asia centrale.
Stando ai dati diffusi, con 38.330 presenze all’estero, il settore dei macchinari e apparecchi n.c.a. (non codificati altrove, ndr) detiene il numero più elevato di operatori all’export nel 2019.
Le Regioni con il maggior numero di operatori all’export sono Lombardia (oltre 57mila), Veneto (oltre 25mila), Emilia-Romagna (oltre 19mila), Toscana (circa 19mila) e Piemonte (circa 16mila).