Il conflitto in Afghanistan rimane uno dei più pericolosi per i bambini, che rappresentano il 31% del totale delle vittime civili. “I bambini stanno pagando un tremendo tributo al conflitto in Afghanistan: da gennaio, infatti, almeno 340 di loro hanno perso la vita. Più di 700 sono stati feriti, molti con lesioni invalidanti come amputazioni o traumi cranici, per non parlare delle conseguenze dello stress post-traumatico, invisibili ma ugualmente dannose di cui soffrono molti dei più piccoli”: lo racconta Milan Dinic, direttore di Save the Children in Afghanistan, a seguito della pubblicazione del rapporto di metà anno delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati in Afghanistan. “La stragrande maggioranza delle vittime civili in Afghanistan – prosegue Dinic – ha perso la vita a causa di proiettili accidentali o di esplosivi artigianali nelle aree abitate. È estremamente preoccupante ed è un’accusa contro tutte le parti che finora non hanno rispettato il diritto internazionale umanitario di protezione dei civili dai danni del conflitto”. Questi ultimi mesi “sono stati tra i più letali degli ultimi tempi, con un picco nel numero di attacchi che hanno ucciso o ferito civili”. In un momento in cui l’Afghanistan dovrebbe concentrarsi sulla pandemia e sugli effetti devastanti sull’economia e sui mezzi di sussistenza di milioni di persone, denuncia, “l’estrema violenza sta causando indicibili disagi e impedendo ai bambini di accedere all’istruzione, all’assistenza sanitaria e ad altri servizi fondamentali. Gli attacchi ai civili, in particolare ai bambini, non possono mai essere tollerati. Non solo uccidono e feriscono persone innocenti, ma hanno anche un impatto a lungo termine sullo sviluppo fisico, emotivo e mentale dei bambini”. Save the Children condanna “tutti gli attacchi ai civili e invita tutte le parti in Afghanistan a fare tutto il possibile per proteggere i bambini”.