“Nei periodi di crisi economica e finanziaria il mondo della criminalità prospera perché chi ha denaro lo usa come forma di potere per possedere e sfruttare chi è in stato di bisogno ed è più vulnerabile. È certo che il coronavirus ha portato un aumento di bisogni perché parecchie persone hanno perduto il lavoro, mentre tutto costa di più”. Lo sottolinea mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, in un’intervista al Sir. “La pandemia – evidenzia – è venuta a incidere in un ambiente sociale già complesso: nel 2019 il Pil si è ridotto di almeno due punti, ma più in generale siamo all’interno di una crisi non ancora risolta iniziata nel 2008. Il coronavirus ha aggravato ulteriormente la situazione. Le organizzazioni criminali, che non tengono in alcun conto il valore e la dignità delle persone, badano solo al loro profitto, in qualsiasi modo ottenuto. E se ci sono tanti negozianti onesti che non possono riaprire le loro attività per le perdite subite con il Covid-19, vediamo fiorire tanti compro oro perché c’è tanta gente disperata che vende i pochi averi che ha. Questo è lo scenario nel quale stiamo vivendo: lo sappiamo dalla testimonianza diretta di tanti che ci chiedono aiuto”.
Un settore in cui le mafie polarizzano i loro interessi è quello dell’azzardo: “Il mondo dell’illegalità, che ora, grazie al Covid, si sta tuffando più che mai nel mondo del bisogno, ha interesse a infiltrarsi anche nel cosiddetto azzardo legale per accrescere i suoi guadagni. L’anno scorso non sono diminuite le spese per il gioco, quest’anno un po’ solo perché non ci sono soldi”, chiarisce mons. D’Urso.