“L’attuale sistema governativo non pone al centro la persona umana e il bene di tutti, ma difende con intransigenza gli interessi di una ‘economia che uccide’ (Evangelii Gaudium, 53), incentrata sul mercato e redditizia ad ogni costo”. Una linea, questa, portata avanti dal Governo federale, “aggravata dal fatto che si oppone alla scienza, agli Stati e ai comuni, ai poteri della Repubblica”. Lo si legge in una lettera firmata da 152 vescovi brasiliani (quasi la metà dell’intera Conferenza episcopale), trapelata oggi e al momento non fatta propria dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile.
Secondo la lettera, “chiudendo gli occhi sugli appelli di organismi nazionali e internazionali, il Governo federale dimostra omissione, disinteresse e rifiuto verso la parte più povera e più vulnerabile della società, vale a dire: indigeni, afro, popolazioni rivierasche, chi vive nelle periferie urbane, nei quartieri popolari e il popolo che vive per strada, a migliaia, in tutto il Brasile”.
Continua il documento: “Perfino la religione è usata per manipolare sentimenti e credenze, provocare divisioni, diffondere odio, creare tensioni tra le Chiese e i loro dirigenti”.
“Tutti, persone e istituzioni, saremo giudicati per le azioni o omissioni in questo momento molto serio e portatore di grandi sfide”, riflettono i firmatari.
Concludono i 152 vescovi: “Questo è il momento dell’unità e del rispetto delle pluralità! Per questo motivo, proponiamo un ampio dialogo nazionale che coinvolga coloro che credono nei valori dell’umanesimo, persone impegnate nella democrazia, movimenti sociali, uomini e donne di buona volontà, in modo da ripristinare il rispetto della Costituzione federale e dello Stato di diritto democratico, nel quale l’etica ispiri la politica, ci sia trasparenza nell’informazione e nella spesa pubblica, con un’economia che miri al bene comune, con una giustizia socio-ambientale, con la garanzia di ‘terra, casa e lavoro’, con la difesa della famiglia, con un’istruzione e un sistema sanitario adeguati e di qualità per tutti i cittadini”.