Turchia: Santa Sofia moschea. Vescovi cattolici e ortodossi di Australia, “preghiamo che con il tempo la decisione venga annullata”

“Non siamo politici ma pastori, inviati da Gesù Cristo per proclamare la sua pace a tutti. Come fratelli in Cristo, uniamo le nostre voci ai molti in tutto il mondo che hanno espresso profondo rammarico per la recente decisione in Turchia di cambiare lo stato di Hagia Sophia originariamente un luogo di culto cristiano e in tempi più recenti un monumento del patrimonio culturale mondiale e un simbolo di inclusività”. Comincia così il comunicato congiunto dei vescovi cattolici e ortodossi di Australia in reazione alla decisione di convertire la basilica di Santa Sofia in moschea. Il testo è firmato dal presidente della Conferenza episcopale australiana, mons. Mark Coleridge, e dall’arcivescovo Makarios, primate della Chiesa greco-ortodossa di Australia. “La nostra paura – scrivono i due leader religiosi – è che ciò possa aggravare la tensione tra cristiani e musulmani in un momento in cui dobbiamo perseguire la strada del dialogo e cercare un terreno comune. Quando l’ideologia nazionalista influisce sulle decisioni politiche, il percorso intrapreso conduce solo alla divisione, che non è mai il frutto della saggezza santa che tutte le religioni cercano. Preghiamo per il popolo turco, in particolare i cristiani in quella terra che sono stati particolarmente colpiti da questa decisione. Preghiamo anche che con il tempo la decisione venga annullata, in modo che Hagia Sophia possa essere di nuovo un luogo comune per tutte le persone e un emblema di pace”.

 

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia