Internet: Sassoli (Parlamento europeo), “l’accesso alla rete sia riconosciuto come un nuovo diritto umano”

“Abbiamo bisogno di offrire risposte democratiche a domande che appaiono tecniche quando in realtà non lo sono”. Così scrive il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in una lettera apparsa oggi su “La Repubblica”, che affronta il tema di accesso alla rete e democrazia. Il lockdown ha mostrato come “l’impossibilità di accesso alla rete, per ragioni geografiche, economiche o sociali, si sia rivelata un pesante elemento di marginalizzazione”. Perché non sia fonte di disuguaglianza è necessario “che l’accesso alla rete si basi su regole di equità”, scrive Sassoli, come per l’energia elettrica o altri servizi considerati essenziali. Perché il non aver accesso a internet oggi impatta su lavoro, impresa, sviluppo scientifico, sociale e culturale, così come sulla vita quotidiana delle persone. L’Unione europea “è il principale attore globale che garantisce per legge” il principio “innovatore e profondamente democratico della neutralità della rete” e ha quindi “la responsabilità di essere il punto di riferimento per definire i diritti di accesso”. Sono le istituzioni che devono “guidare” la trasformazione digitale sgombrando il campo da oscillazioni “tra la fede incondizionata nella tecnologia e l’oscurantismo di coloro che attribuiscono al digitale tutti i problemi del nostro tempo”, aggiunge Sassoli. Il punto è “assicurare trasparenza, informazione in modo che ognuno abbia la capacità di capire e decidere”, grazie a “un nuovo protagonismo delle Istituzioni pubbliche e un dialogo intenso con le imprese e i cittadini per promuovere logiche distributive e non monopolistiche”. Perché di fatto “l’accesso alla rete è un nuovo diritto umano”, ma “serve indicare la strada verso una digitalizzazione a misura di umanità”.

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