Per portare aiuti ai rifugiati nella regione africana del Sahel servono 185 milioni di dollari. Lo scopo è realizzare un piano di azione che prevede, tra l’altro, il rafforzamento dei sistemi sanitari locali attraverso il reclutamento di personale medico e di farmaci e la fornitura di acqua, per contrastare e prevenire l’epidemia di Covid-19. È l’appello odierno dell’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nel Sahel centrale sono presenti oltre 3 milioni fra rifugiati e sfollati. In Burkina Faso il numero degli sfollati interni è più che quadruplicato in un anno, da 193mila a 848mila. Una intera regione sta da tempo affrontando le drammatiche conseguenze di una crisi prodotta da molteplici fattori, tra i quali la violenza dei gruppi armati estremisti. Niger, Burkina Faso e Mali sono i Paesi più colpiti da una combinazione letale di eventi, a partire dai livelli di povertà allarmanti, dovuti alla ormai cronica scarsità di risorse naturali come acqua e cibo. La regione è inoltre tra le aree del mondo più colpite dai cambiamenti climatici, che stanno avendo un impatto devastante: circa l’80% dei terreni coltivati nell’area si sono deteriorati a causa del riscaldamento globale. Ogni anno Paesi come il Niger perdono centinaia di migliaia di ettari di terreno coltivabili e le carestie mettono in ginocchio gli allevatori. Mancano acqua e cibo e questo determina non solo insicurezza alimentare e malnutrizione diffusa ma anche corruzione, tensioni sociali e violenza. Nei primi 3 mesi del 2020 l’Unhcr ha registrato 191 tra attentati, aggressioni e rapimenti da parte dei gruppi armati estremisti, che hanno causato 549 vittime. In questo scenario drammatico il Covid-19 rischia di generare un catastrofico effetto moltiplicatore. “Se il virus si diffondesse in maniera massiccia nel Sahel andremmo certamente incontro a un disastro umanitario di proporzioni globali”, ha detto l’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi. In Burkina Faso l’Unhcr ha installato oltre 1.700 punti di erogazione idrica in diversi insediamenti e aree dove vivono famiglie di rifugiati, oltre alla distribuzione di una riserva di 5mila litri di acqua attraverso i camion. Saranno costruiti inoltre altri 270 punti di erogazione di acqua nelle scuole.