Parlamento europeo: accordo al Consiglio Ue è “un passo storico”. Ma non piacciono riduzione sovvenzioni e Qfp concordati

Foto Calvarese/SIR

Il Parlamento è contento che “i capi di Stato e di governo dell’Ue abbiano accettato un fondo per la ripresa inteso a rilanciare l’economia, come proposto dal Parlamento a maggio”; è “un passo storico per l’Ue”, ma “la riduzione della componente di sovvenzione nell’accordo finale” agli eurodeputati non piace. Come non piace nemmeno il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 disegnato in seno al Consiglio. Questo dice una risoluzione del Parlamento presentata da cinque gruppi politici (Ppe, S&D, Renew, Verdi/ Ale, Gue/Ngl) sulle conclusioni del Consiglio europeo dei giorni scorsi e che oggi è stata approvata con 465 voti favorevoli (su 682 votanti, 150 contrari e 67 astenuti), al termine di una sessione straordinaria del Parlamento in cui sono intervenuti il presidente del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione Ursula, von der Leyen. Sul Recovery Plan il Parlamento europeo non ha un ruolo formale, invece è chiamato a esprimersi sul bilancio pluriennale 2021-2027 e avvisa: “Il Parlamento non è disposto ad avallare formalmente una decisione già presa ed è pronto a non concedere l’approvazione al Qfp fino a quando non sarà raggiunto un accordo soddisfacente nei prossimi negoziati tra il Parlamento e il Consiglio”. Il bilancio tracciato dai leader europei non piace al Parlamento innanzitutto per i tagli che “contrastano con gli obiettivi dell’Ue”. Quindi il Parlamento negozierà “rafforzamenti mirati dei programmi faro dell’Ue”. Altra questione è il piano di rimborso dello strumento per la ripresa, che manca nell’accordo del Consiglio, mentre per il Parlamento non può che essere “la creazione di nuove risorse proprie” e vorrà intervenire sulla riforma, negoziando “un paniere e un calendario giuridicamente vincolante” per l’introduzione di risorse proprie che coprano almeno i costi di Next Generation Eu. Nella risoluzione si critica anche il fatto che non sia stata pensata una “soluzione ponte”, che desse una “risposta immediata alla crisi”. Il Parlamento vorrà poi intervenire per rafforzare il meccanismo che vincola fondi e risorse europee al rispetto dello Stato di diritto, diritti fondamentali e democrazia che invece è stato “molto indebolito rispetto a quello proposto da Commissione e Parlamento”; non approva nemmeno che il Consiglio “abbia non solo mantenuto ma persino aumentato le compensazioni a beneficio di alcuni Stati membri”. Il Parlamento chiede poi garanzie affinché le riforme e gli investimenti del Recovery Plan “creino sinergie con i fondi e gli obiettivi esistenti dell’Ue e presentino un reale valore aggiunto europeo e obiettivi a lungo termine” e “si oppone” al fatto che la governance del Recovery Plan non rientri nel metodo comunitario ma privilegi un approccio intergovernativo e chiede “un controllo democratico e parlamentare” sull’erogazione dei fondi perché “siano spesi bene” e in “piena trasparenza”. Un accordo sul bilancio Ue 2021-2027 dovrà arrivare entro la fine di ottobre, perché i programmi possano ripartire dal 1° gennaio.

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