Dalle multe ai volontari che distribuivano cibo all’esclusione dei gruppi vulnerabili dai servizi essenziali, passando per le condizioni operative inadeguate denunciate dai lavoratori e dalle lavoratrici essenziali quali personale sanitario e corrieri. Ma anche attivazione di strumenti per segnalare la violenza tra le mura domestiche, creazione di un polo industriale nelle carceri per la produzione di mascherine e tante altre iniziative di sostegno per i più fragili. Sono solo alcuni esempi dell’impatto dell’emergenza Covid-19 sui diritti e le libertà degli individui, fotografati da Amnesty International Italia nel rapporto “Fase 1: L’attuazione delle misure di lockdown in Italia durante la pandemia, tra discriminazioni e buone prassi”. Il documento è stato pubblicato oggi, in occasione della consegna delle firme dell’appello #Nessunoescluso al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, con il quale i firmatari chiedono al capo del governo di garantire a ogni persona “il pieno godimento dei diritti umani durante la pandemia, in applicazione del principio di non discriminazione, senza lasciare indietro nessuno”. I temi indagati riguardano: diritti delle persone detenute, discriminazione, donne, informazione, lavoro, privacy, proporzionalità delle misure, salute e cure, servizi essenziali. “Le istituzioni devono trasformare questa esperienza in un’opportunità di cambiamento – ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international Italia –, trovando soluzioni a quei problemi che la pandemia ci ha costretto a guardare in faccia e prendendo a modello quanto di positivo è stato costruito”. Per ognuna delle aree tematiche osservate Amnesty International Italia ha redatto alcune raccomandazioni rivolte alle istituzioni, alle quali viene chiesto di “fare tutto il possibile per tutelare i diritti fondamentali di ogni persona e garantire, qualora dovessero replicarsi le circostanze che hanno portato al lockdown, che le discriminazioni e gli abusi avvenuti durante la Fase 1 non si ripetano”, ha aggiunto Giulia Groppi, responsabile delle relazioni istituzionali di Amnesty International Italia.