L’8 luglio scorso presso il centro di formazione professionale Don Bosco di Palabek, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ha lanciato ufficialmente il progetto “Maschere facciali per i rifugiati e la comunità ospitante”. Lo riferisce oggi l’agenzia salesiana Ans. “Il centro Don Bosco è stato un pioniere nella produzione di maschere facciali ed è stato molto innovativo, non solo nell’insediamento di Palabek, ma in tutto il nord Uganda e in tutta la nazione”, ha commentato Hillary Onek, ministro di Gabinetto responsabile dei rifugiati, elogiando la distribuzione gratuita delle maschere ai rifugiati e a tutti gli operatori della comunità. Questa attività è il miglior esempio di rifugiati coinvolti in attività socio-economiche – ha rimarcato Felicitas Nebril, responsabile regionale dell’Unhcr – a Palabek si è contribuito al benessere dei rifugiati e delle comunità locali. Siete diventati, infatti, dei modelli anche per la comunità ospitante”. Un’opera che ha anche incoraggiato i rifugiati a usare la maschera regolarmente, per mantenere lo status di “zero-Covid” dell’insediamento. Ad oggi, un gruppo di 20 ragazze ha prodotto almeno 10.000 maschere di diverse forme e dimensioni e continueranno a produrne altre e a distribuirle gratuitamente. Durante questo periodo di isolamento, i salesiani che vivono e lavorano a Palabek si sono impegnati in numerose attività di contrasto a Covid-19. I salesiani hanno voluto esprimere infine un ringraziamento al Don Bosco Jugendhilfe Weltweit, partener principale, e a tutti gli altri sostenitori locali, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Cesvi, Trocaire, Avsi e Lwf per il supporto materiale e logistico.