“Il rifinanziamento delle missioni italiane all’estero, comprese quelle in Libia e nel Sahel il 16 luglio scorso con un voto trasversale del Parlamento che prevede uno stanziamento di 58 milioni di euro, di cui 10 destinati alla formazione e all’addestramento della Guardia costiera libica, perché controlli i flussi nel Mediterraneo e attui i respingimenti illegali nelle prigioni lager di un Paese come la Libia in guerra, non si iscrive all’interno della lotta all’immigrazione clandestina, bensì certifica l’impotenza della politica nostrana e dell’Europa a controllare con mezzi legali le frontiere e flussi nel rispetto dei diritti umani”. Così Renata Natili Micheli, presidente nazionale del Centro italiano femminile (Cif). “Per salvare gli affari si volge lo sguardo da un’altra parte fingendo così di non vedere chi uccide, chi stupra chi tortura”, osserva la presidente del Cif. E conclude: “Le parole di commozione e di condanna, che seguono sempre alle immagini dei morti in mare, parlano della barbarie del cuore, della ipocrisia e della impotenza della politica che, inadeguata, continua in quella che è diventata quasi una tradizione: la ‘esternalizzazione delle frontiere e della gestione migratoria’.