L’Unicef Italia, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, ha realizzato la pubblicazione “Buon compleanno Convenzione – 30 anni di diritti per bambini e ragazzi”. Il 30° anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è stato il 20 novembre 2019. La pubblicazione raccoglie i momenti più emozionanti di quella giornata in cui i bambini e i ragazzi sono stati protagonisti di eventi e iniziative organizzate ai più alti livelli istituzionali. A cominciare dall’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricevuto una delegazione dell’Unicef Italia. “Il 20 novembre del 1989 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione, che è stata ratificata da 196 Stati, affidando all’Unicef il compito di garantirne e promuoverne l’effettiva applicazione – ricorda il presidente dell’Unicef Italia, Francesco Samengo -. Un compleanno che merita di essere celebrato e soprattutto ricordato per le tante iniziative che abbiamo organizzato nel nostro Paese, così come in altre nazioni, per invitare tutti, a partire dal nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai sindaci, ai media, agli insegnanti, ai genitori, ai bambini e ai ragazzi stessi a una riflessione su questo fondamentale trattato internazionale”.
Guardando ai successi raggiunti nei tre decenni successivi all’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Samengo ne indica i “molti progressi”: “È stato ridotto di quasi il 40% il numero dei bambini che non hanno accesso alla scuola primaria, di oltre 100 milioni il numero di bambini gravemente malnutriti sotto i 5 anni di età. Tre decenni fa, la poliomielite paralizzava o uccideva quasi 1.000 bambini ogni giorno; oggi, il 99% di questi contagi è stato eliminato. Eppure, la povertà, la disuguaglianza, le discriminazioni e le distanze continuano a negare ogni anno a milioni di bambini i propri diritti: 15.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ancora ogni giorno, soprattutto a causa di malattie curabili e altre cause prevenibili. Un bambino su quattro vive in zone di conflitto o colpite da catastrofi naturali”.