Custodia del Creato: Bignami (Cei), “stili di vita consumistici, inquinanti e violenti sono un problema di relazione”

“Da anni si parla di ‘nuovi stili di vita’ come distintivo di un cristianesimo attento alla cura per l’ambiente, che è dono ricevuto dal Creatore. L’espressione è meravigliosa, ma come tutte le cose belle rischia di essere svuotata dal di dentro se non corrisponde a un’esigenza condivisa e concretamente attuata”. Lo scrive don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, in un articolo pubblicato sul numero di agosto di Vita pastorale, anticipato al Sir, in vista della Giornata del Creato, che ricorrerà il 1° settembre. Ricordando il messaggio dei vescovi per quest’occasione, il direttore dell’Ufficio Cei evidenzia che “mette in relazione la sobrietà con la crisi sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia”. “Abbiamo fatto coincidere sobrietà e rinuncia, stile di vita e austerità, allineandoci con la tradizione filosofica stoica, mentre ci siamo dimenticati che il cristianesimo è incarnazione. La sobrietà in stile cristiano è la scelta di stare dentro la storia”. Nelle parole di don Bignami la consapevolezza che “la sobrietà è giustizia sociale nella distribuzione delle risorse” e che quindi “lo stile di vita adatto è fare della sostenibilità il criterio d’azione in campo economico, familiare e sociale”.
Soffermandosi sulla “relazione”, il direttore dell’Ufficio Cei evidenzia che “stili di vita consumistici, inquinanti e violenti sono un problema relazionale sia con i fratelli sia con il creato”. Di qui il riferimento alla Laudato si’, che rappresenta “un caloroso invito a farci carico delle relazioni che ci rendono più umani”. Quindi, l’attenzione sullo “stile di vita”, perché “possiamo fare le scelte che custodiscono relazioni di giustizia, a partire da ciò che mettiamo nel nostro carrello della spesa”.

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