“Disumana e immorale”: così il Patriarcato caldeo di Baghdad definisce l’espulsione dagli Stati Uniti di iracheni costretti a fare rientro in patria perché considerati illegali in quanto privi di documenti di naturalizzazione o perché colpevoli di reati. La loro espulsione, si legge in una nota del Patriarcato diffusa oggi, significa per queste persone una “inevitabile morte morale”. “Sono persone – spiega il Patriarcato – che vivono negli Usa da tanti anni, alcuni sono sposati e hanno figli che non conoscono l’arabo. Non hanno parenti in Iraq. L’espulsione li isolerà dalle loro famiglie e dai loro familiari e li getterà verso l’ignoto. Essi non conoscono la situazione irachena, si sentiranno isolati. Dove vivranno e chi si spenderà per loro e si preoccuperà del loro sostentamento? Speriamo che la stimata amministrazione degli Stati Uniti – conclude il Patriarcato – riconsideri questa decisione e trovi una soluzione adeguata che preservi la vita e le relazioni familiari”.