“La vita vera pulsa nelle periferie ed è per questo che dobbiamo avere cura delle periferie, perché è lì che c’è il popolo. Il lavoro che le Acli di Palermo hanno fatto, cioè la ricostruzione di luoghi di socialità in una periferia, è quello che dobbiamo fare sempre di più come associazione: tutte le periferie tendono ad assomigliarsi, qui possiamo metterci la nostra capacità di costruire relazione attraverso sport, servizi, arte e tutto ciò che facciamo”. Queste le parole del presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, durante il riconoscimento dato alle Acli di Palermo per il miglior progetto realizzato con i fondi del 5×1000. Il Centro di sviluppo territoriale Palermo 3 inizialmente aveva coinvolto solo il quartiere Brancaccio ma con il passare del tempo, visti gli esiti positivi, è stato ampliato e ha coinvolto anche il quartiere Falsomiele.
Alla premiazione ha partecipato anche l’assessore Sergio Marino, in rappresentanza del sindaco di Palermo, che ha voluto sottolineare come “tante persone bisognose hanno trovato conforto con gli operatori delle Acli, anche solo con una telefonata”.
“Grazie a tutti gli attori che si sono spesi per fare rete – ha dichiarato Nino Tranchina, presidente delle Acli provinciali di Palermo – oggi accogliamo questo premio come il giusto riconoscimento di un impegno costante nel tempo”. Molte sono state le attività all’interno del Centro di sviluppo territoriale Palermo 3, come ad esempio il battesimo della sella per i bambini, oppure le gite in bicicletta per le vie del quartiere o le attività didattiche per i più anziani.
Alla premiazione erano presenti anche Maria Pia Avara, progettista Acli Palermo – Centro di sviluppo territoriale; Gaetana Beninati, animatore di comunità; Cinzia Mesi, sociologa; Rosalinda Sanfilippo, assistente sociale; Valeria Mandalà, psicoterapeuta; Domenico De Lisi, assistente sociale e presidente del circolo Acli Padre Pino Puglisi, e Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro.