Paolo Borsellino: don Ciotti (Libera e Gruppo Abele), “solo cercando la verità troveremo la giustizia e daremo un futuro ai nostri giovani”

“Troppo facile, avrebbe pensato Paolo Borsellino e con lui la sorella Rita, che tanto ha dato a Libera. Troppo facile, pensano anche i cari familiari di Paolo. Troppo facile, avrebbero pensato Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. E con loro tutte le vittime innocenti delle mafie. Troppo facile una memoria solo commemorativa, una memoria che non è memoria viva, generativa di verità e giustizia. Sì, perché il nostro è un Paese che nega il diritto alla verità”. Lo ha dichiarato ieri don Luigi Ciotti, presidente Libera e Gruppo Abele, in occasione del 28° anniversario della strage di via d’Amelio.
“Un Paese con una memoria dimezzata o d’occasione – ha aggiunto il sacerdote -. Una memoria che non fa luce su tante pagine oscure della nostra Storia: omicidi e stragi, giochi e accordi di potere, appropriazioni di beni comuni, interazioni fra lecito e illecito, complicità tra politica e crimine organizzato”. Ma, ha avvertito, “una memoria dimezzata o manipolata non è accettabile per chi crede nella democrazia, cioè nella divisione dei poteri e nella condivisione della responsabilità. Non è compatibile la democrazia con le zone d’ombra, con gli abusi di potere, con i silenzi e le verità manipolate”.
Don Ciotti ha messo in guardia: “Le mafie e il loro consolidato, antico potere vengono da lì. Vengono da una politica fiacca e complice, da una coscienza civica fatta di parole, da un’antimafia discontinua o al massimo stagionale”. Così se “era forte la mafia sotto il fascismo, ha continuato a rafforzarsi nella libera democrazia; e questo è uno scandalo, la prova di quanto un testo sacro come la Costituzione, frutto di tanta lotta e sangue, sia stato tradito”.
Di qui l’invito: “Smettiamola allora di commemorare Paolo e tutti gli altri perché ce lo chiede il calendario. Smettiamo di fare della memoria celebrativa un alibi per fare poco o nulla negli altri giorni dell’anno. C’è solo un modo per ricordarli senza offenderli: fare della ricerca di verità la nostra etica, la nostra responsabilità e il nostro impegno. È quello che già molti fanno nel nostro Paese, molti che devono essere ancora di più se vogliamo cambiare il corso della nostra storia”.
E conclude: “Solo cercando la verità troveremo la giustizia e daremo un futuro ai nostri giovani, che il bisogno di verità ce l’hanno nel sangue. Solo cercando la verità avremo sempre accanto Paolo e tutti gli altri, vittime del potere ma presenze sempre vive in chi combatte il potere e la menzogna per costruire verità e giustizia”.

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