“Questo centenario, mentre ci fa guardare con affetto e riconoscenza a san Giovanni Paolo Magno, ci invita a far si che la nostra vita debba essere un po’ come il Vangelo che veniva sfogliato vigorosamente dal vento il giorno dei suoi funerali, un continuo annunciare senza fine. Preghiamo e festeggiamo, quindi, questo grande santo pontefice e cerchiamo anche di interpretare molte dinamiche dell’oggi poco chiare che forse la sua biografia di uomo e papa possono aiutarci ad interpretare e, possibilmente, a correggere meglio aprendo e spalancando sempre le porte a Cristo, proprio come lui era solito affermare, con la consapevolezza che la via dell’uomo è la via di Dio”. Lo ha detto mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo, nel suo intervento al convegno che si è svolto sabato scorso ad Ancona, nell’ambito della celebrazione (18-19 luglio) del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, apertasi con una cerimonia commemorativa al porto dove il Papa arrivò in elicottero da Loreto e si trattenne un paio di ore, parlando ai numerosi fedeli convenuti.
Dopo avere richiamato il contributo del Pontefice polacco alla caduta del muro di Berlino, Spina ha sottolineato che Wojtyla rilegge l’uomo “alla luce di Cristo”. Allora “si capisce perché questo Gesù Cristo che è venuto a portare la libertà, deve rendere l’uomo sempre più libero, e si capisce perché Giovanni Paolo II insisteva su questo”.
La statua di san Giovanni Paolo II, “voluta dal nostra cardinale Edoardo Menichelli, collocata nel piazzale che da oggi porta il nome del Papa santo, è testimonianza di un legame tra questa città, questa arcidiocesi con un uomo venuto da molto lontano, ma che sentiamo vicino e che ci appartiene per la sua umanità e la su santità. I santi restano nel tempo come atleti di Dio, come campioni del bene”, ha concluso Spina che ieri, alle 10, ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa di S. Maria della Piazza, dopo la benedizione ha inaugurato l’interessante mostra fotografica sul Pontefice polacco.