Il grande organo e la vetrata del XV secolo, che si erano conservati durante il grande incendio del 1972, sono stati completamente distrutti dalle fiamme mentre gli stalli del coro e l’organo sono parzialmente distrutti. È il bilancio dei danni provocati questa mattina dall’incendio che è divampato intorno alle 7,40 nella cattedrale di San Pietro e San Paolo di Nantes. “Dopo l’incendio della nostra cattedrale nel 1972 e quello della basilica di Saint Donatien nel 2015, questo dramma immerge ancora una volta i cristiani della Loira Atlantica in una grande tristezza”, si legge in un comunicato della diocesi diffuso in tarda mattinata. “Per loro, la cattedrale, un capolavoro architettonico, è soprattutto la chiesa madre della diocesi”, spiega la nota.
“È il luogo di incontri in cui si svolgono gli eventi importanti della sua storia. Lo scorso gennaio, una grande folla venne a salutare l’arcivescovo Jean Paul James prima della sua partenza per l’arcidiocesi di Bordeaux. Durante la quarantena, attraverso le celebrazioni della Settimana Santa trasmesse in diretta, ha continuato a essere il cuore della vita della diocesi”. Padre François Renaud, amministratore diocesano, e padre Hubert Champenois, rettore della cattedrale, invitano i cattolici della diocesi a unirsi in preghiera. La diocesi esprime poi una profonda gratitudine al lavoro e all’impegno dei pompieri, della polizia e della società civile: “Siamo molto toccati dal sostegno delle autorità pubbliche e dalle testimonianze di amicizia di rappresentanti di altre chiese cristiane e di altre religioni”. La nota si conclude con la frase “Non siamo abbattuti” ed una citazione tratta dalla Lettera ai Romani: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati”.