Ritorna la Commissione degli episcopati dell’Ue (Comece) a sollevare il tema Santa Sofia, a qualche giorno dalla decisione turca di trasformarne lo status da museo a moschea. “È un colpo al dialogo interreligioso”, ha affermato don Barrios Prieto, segretario generale della Commissione degli episcopati dell’Ue (Comece), richiamando l’attenzione a un rapporto della Commissione europea del 2019 secondo cui questo dialogo affronta “un serio problema” in Turchia, in particolare nei termini del discorso di incitamento all’odio e le minacce contro le minoranze nazionali, etniche e religiose. Nonostante “le continue discussioni tra rappresentanti del governo e delle minoranze, attacchi o atti di vandalismo i luoghi di culto delle minoranze sono continuati e devono essere indagati” diceva il documento che metteva in luce problemi come la questione dei diritti di proprietà delle minoranze non musulmane, tema che vedrebbe necessaria “una revisione della legislazione relativa a tutte le questioni relative ai diritti di proprietà” e allo stesso tempo l’introduzione di una normativa che permetta a tutte le comunità religiose non musulmane di vedere riconosciuta la propria personalità giuridica”.
Per questo la Comece rilancia la denuncia fatta nei giorni scorsi dalla Conferenza episcopale turca che ha dichiarato: “Sebbene noi desideriamo che Santa Sofia mantenga il suo carattere di museo, siamo una Chiesa senza statuto giuridico, e così non possiamo dare alcun consiglio sulle questioni interne di questo Paese”.