Sulla vicenda accaduta a Lizzano, paese della provincia di Taranto, con la sindaca Maria Antonia D’Oria, intervenuta contro Carabinieri e a sostegno dei manifestanti riuniti fuori dalla parrocchia di san Nicola per protestare, mentre all’interno dell’aula liturgica dell’edificio sacro si teneva un rosario sulle “insidie del ddl sull’omotransfobia”, interviene il parroco, don Giuseppe Zito, che era stato additato come colui che aveva organizzato il momento di preghiera. “La preghiera non era contro il decreto né contro le persone di un particolare orientamento sessuale. Non era un discorso di discriminazione o invettiva. Volevano semplicemente pregare a favore della famiglia naturale, nella visione antropologica cristiana, cioè quella fondata da un uomo e una donna. Un rosario organizzato dall’associazione laicale a cui né io né altri sacerdoti abbiamo partecipato. Era un momento loro”. E sull’arrivo dei Carabinieri, in una manifestazione senza tafferugli, don Giuseppe spiega: “Queste persone avevano occupato molto spazio dei gradini della chiesa, con striscioni e cartelloni, affissi anche sulle colonne del porticato parrocchiale e sulle vetrate della bacheca esterna della parrocchia. Erano messaggi ironici e denigratori. Ho ritenuto di avvisare il maresciallo dei Carabinieri di questa cosa, anche perché era di fatto un’ingerenza indebita, discutibile. Nessuno va a casa di un altro a fare gesti di questo genere. Ho chiamato le forze dell’ordine perché si sincerassero della situazione e loro hanno fatto il loro dovere, niente di più e niente di meno”.