Decreto Semplificazioni: Libera, “oltre 100 pagine che si limitano a nascondere i sintomi, lasciando intatte le disfunzioni”

La versione definitiva del cosiddetto “decreto Semplificazioni”, entrato in vigore il 16 luglio, “purtroppo conferma tutte le riserve e le preoccupazioni già espresse sul potenziale criminogeno di alcune sue disposizioni. Le oltre 100 complicate pagine di un decreto che mira a ‘semplificare’ si limitano a nascondere i sintomi, lasciando intatte le disfunzioni”. Lo sostiene l’Ufficio di presidenza di Libera, commentando in una nota il decreto Semplificazioni pubblicato in Gazzetta Ufficiale che, secondo l’associazione, “punta al condivisibile obiettivo di sbloccare i cantieri e sburocratizzare il Paese, favorendo l’auspicata ripresa post pandemia, ma cancellare o aggirare gli strumenti di tutela, controllo e garanzia dei diritti – in primis quelli della sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente – e i necessari strumenti di trasparenza contro le infiltrazioni mafiose e corruttive significa imboccare un vicolo cieco”. “Si tratta a tutti gli effetti di un azzardo: il provvedimento, nelle mani di pochi malintenzionati, può fare il gioco di comitati d’affari e organizzazioni mafiose a caccia di facili profitti”. Per Libera “si pone in essere una deregolamentazione selvaggia degli appalti, che renderà possibile l’affidamento diretto al di sotto dei 150mila euro di controvalore delle opere, ossia nella stragrande maggioranza dei casi” mortificando “trasparenza e concorrenza anche nelle gare fino a 5 milioni di euro” consentendo di assegnare i lavori “con un blando vincolo di turnazione, facilmente aggirabile da cartelli di imprenditori organizzati, specie se rinsaldati dall’ombrello protettivo delle mafie”.
“Purtroppo le patologie di fondo delle scelte amministrative che si vorrebbero sanate con un tratto di penna non vengono toccate che in modo marginale dal provvedimento”, osserva ancora Libera. “Rafforzare e qualificare centrali uniche di committenza le competenze professionali, applicare gli strumenti di assegnazione semplificata già previsti dal Codice, rafforzare l’Autorità nazionale anticorruzione, assicurare la “trasparenza integrale” della spesa pubblica e dei criteri di nomina: queste – conclude la nota – sono alcune tra le componenti di una politica di riforma semplificatrice lungimirante e sostenibile”.

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