Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 in Italia rimane a bassa criticità con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 29/6-12/7) di 4,6 per 100.000 abitanti (in lieve aumento). A livello nazionale, si osserva un lieve aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente, con Rt nazionale uguale 1,01, sebbene sia inferiore ad 1 nel suo intervallo di confidenza minore. Sono i dati salienti del monitoraggio sulla situazione Covid-19 relativo al periodo 29 giugno-12 luglio 2020 dal quale emerge che “la trasmissione nel nostro Paese è stata sostanzialmente stazionaria nelle scorse settimane”.
Poiché “oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine” viene ribadito come “l’epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa. Si segnala in alcune Regioni/PPAA la presenza di nuovi casi di infezione importati da altra Regione e/o da Stato estero. Si conferma perciò una situazione epidemiologica estremamente fluida”.
Dal monitoraggio emerge che le stime Rt tendono a fluttuare in alcune Regioni/PPAA in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. “Si osservano, pertanto, negli ultimi 14 giorni stime superiori ad 1 in sei Regioni dove si sono verificati recenti focolai”: si tratta di Veneto (1,61), Toscana (1,24), Lazio (1,23), Lombardia (1,14), Emilia Romagna e Piemonte (1,06). Il report conferma che “persiste l’assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali”.” Seppur in diminuzione, in alcune realtà regionali continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-CoV-2 è ancora rilevante”.
“La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione”, viene sottolineato, aggiungendo che “non sorprende pertanto osservare un numero ridotto di casi che richiedono ospedalizzazione in quanto, per le caratteristiche della malattia Covid-19, solo una piccola proporzione del totale delle persone che contraggono il virus Sars-CoV-2 sviluppano quadri clinici più gravi”. La situazione viene considerata “complessivamente positiva con piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione. Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni/PPAA”.