L’Italia ha un tesoro di fondi europei già stanziati da Bruxelles ma che ancora aspettano di essere spesi. Si tratta di 12 miliardi e 871 milioni di euro ancora a disposizione (su un totale di 17 miliardi e 699 milioni), destinati ai “Programmi operativi nazionali” (Pon), gestiti a livello nazionale e riguardanti l’intero territorio, per infrastrutture, cultura, legalità, imprese, ricerca, politiche urbane, governance, inclusione sociale, giovani, occupazione, scuola, sviluppo rurale e pesca. Sono questi infatti gli ambiti scelti dall’Italia per l’utilizzo dei fondi strutturali europei nel periodo di programmazione 2014-2020. L’Agenzia per la coesione territoriale – agenzia governativa – ha pubblicato una serie di dati che riguardano la spesa certificata (al 30 giugno 2020) di questa risorsa, da cui emerge che l’Italia ha usato il 27% circa di questi fondi. In alcuni settori la percentuale di spesa dei fondi è più alta, come per esempio il programma “iniziativa occupazione giovani” che ha già usato quasi il 43% dei fondi a disposizione o l’“Iniziativa per le piccole e medie imprese” che è vicina al 32% di utilizzo delle risorse europee. Ma per la scuola, ad esempio, sono ancora a diposizione oltre 2 miliardi di euro (su un totale disponibile di circa 2,7 miliardi), circa 1,3 miliardi per le infrastrutture (che avevano a diposizione ben oltre 1,8 miliardi) e altrettanti all’incirca per politiche occupazionali (a cui erano destinati 1,8 miliardi di euro).