Yemen: Save the Children, anche 10 bambini uccisi dagli attacchi aerei negli ultimi 4 giorni. “Minacciato il lavoro umanitario per salvare le vite”

Sarebbero 9, tra cui 4 bambini, le vittime di un attacco aereo nel governatorato di Al Jawf, a soli tre giorni da un raid aereo che secondo le autorità locali ha ucciso 6 bambini e 2 donne, facendo salire a 17, compresi 10 bambini, il numero delle vittime civili negli ultimi 4 giorni. Ne dà notizia oggi Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro.
“La notizia che i bambini siano la maggioranza delle vittime civili in questi quattro giorni ci lascia inorriditi”, ha dichiarato Xavier Joubert, direttore in Yemen di Save the Children. “I bambini dello Yemen stanno pagando con la loro vita una guerra nella quale non c’entrano nulla, che fa a pezzi le famiglie mentre gli attacchi aerei continuano a colpire indiscriminatamente i civili”, prosegue Joubert, secondo cui “è incomprensibile come in un momento nel quale il Paese dovrebbe essere concentrato nel combattere la pandemia gli attacchi aerei addirittura aumentino”.
Gli attacchi di questo mese confermano un’escalation di violenza in Yemen che, secondo lo Yemen Data Project, ha triplicato dallo scorso maggio il numero delle vittime civili. Nei primi 6 mesi del 2020 c’è stato un incremento del 139%, rispetto agli ultimi 6 mesi del 2019, della frequenza dei bombardamenti da parte della coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati. L’escalation della violenza nelle ultime settimane arriva dopo che il segretario generale delle Nazioni Unite non ha incluso la colazione guidata dall’Arabia Saudita ed Emirati nel Report annuale sui Bambini e i conflitti armati, nonostante tutte le gravi violazioni commesse contro i bambini in Yemen nel 2019.
“Questi attacchi non minacciano direttamente solo la vita dei bambini, ma anche il lavoro umanitario per salvare le vite e gli sforzi per combattere la pandemia di coronavirus che, come sottolineano molti operatori sanitari, si sta diffondendo senza controllo e senza minime azioni di test. Chiediamo a tutte le parti coinvolte e alla comunità internazionale – conclude Joubert – di attenuare il conflitto e lavorare ad una soluzione politica per quella che è ormai la più grande crisi umanitaria del mondo”.

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