(da New York) Chiusura immediata delle chiese e sospensione di tutte le messe e dei servizi liturgici che si svolgono all’interno degli edifici sacri. L’arcidiocesi di Los Angeles ha deciso di uniformarsi alle direttive statali sulla chiusura di tutti i luoghi al coperto dopo che nella giornata di ieri sono stati registrati oltre 8.400 nuovi contagi da Covid-19. La California in questo momento conta il numero più alto di casi, 343.714, e tre contee che compongono l’arcidiocesi di Los Angeles – Los Angeles, Ventura e Santa Barbara – sono tra quelle più a rischio. In un comunicato, l’arcidiocesi ha reso noto di ammettere comunque messe all’aperto, adorazione e preghiera in spazi pubblici o nei parchi dove possono essere celebrati anche matrimoni e sacramenti. “Tutti i parrocchiani e i visitatori, però, devono indossare le mascherine per il viso e praticare il distanziamento sociale, anche all’aperto”, specifica il comunicato che incoraggia a non dimenticare le persone e le comunità bisognose a cui vanno assicurati pasti e beni di prima necessità, tenendo conto delle precauzioni necessarie.
Le parrocchie dell’arcidiocesi avevano riaperto al pubblico, con un piano graduale solo il mese scorso, dopo una chiusura lunga due mesi. Intanto, anche il vescovo Edward J. Weisenburger di Tucson, in Arizona, ha annunciato la chiusura di tutte le parrocchie proprio perché nello Stato sono stati raggiunti picchi di contagio preoccupanti. “La mia speranza è che questa sospensione sia breve, ma dobbiamo fare questo passo temporaneo per i nostri operatori sanitari e per i più vulnerabili tra noi”, ha spiegato mons. Weisenburger. “In questo momento stiamo tornando ai protocolli che stavamo seguendo poco prima della riapertura delle nostre parrocchie”, ha precisato.