In Italia i giovani tra i 15 e i 29 anni sono circa 9 milioni, di questi l’89,8% ha cittadinanza italiana, il 2,7% cittadinanza Ue e il 7,5% cittadinanza extra Ue. I tradizionali indicatori del mercato del lavoro mostrano differenze significative. È quanto emerge dal X Rapporto annuale “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia”, pubblicato oggi sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e sul Portale Integrazione Migranti.
Dai dati diffusi, si osserva un valore più elevato del tasso di occupazione per i giovani stranieri comunitari, pari al 42,7%, valore che scende al 37,8% per i giovani extracomunitari e al 31,0% per i giovani italiani. Il tasso di disoccupazione più alto si registra per i giovani extra Ue (24,0%), seguono gli italiani (22,4%) e gli Ue (16,9%). Il tasso di inattività è molto alto tra gli under 29 italiani (60,1%) e sensibilmente più basso tra extracomunitari (50,2%) e comunitari (48,6%).
“La scolarizzazione – viene spiegato – è un fattore connotante la condizione dei giovani stranieri, in particolare extracomunitari. Pochi di quelli che non partecipano al mercato del lavoro sono impegnati in percorsi di studio e troppo alta, tra occupati e non, è la quota di Elet (Early leavers from education and training), cioè giovani tra i 18 e i 24 anni che non hanno terminato l’istruzione secondaria superiore: tra i giovani extra Ue sono il 15,1%, più che tra i giovani comunitari (12%) e il triplo rispetto agli italiani (5,3%)”.