Le responsabilità di cura verso familiari, malati, disabili, anziani hanno conseguenze pesanti sulla condizione occupazionale femminile. Nel 2019 il tasso di occupazione delle donne italiane con figli in età prescolare è pari al 48,9%, scende al 32,0% tra le comunitarie e al 22,7% tra le extra Ue. Queste ultime sono prevalentemente inattive (più di 70 su 100) e appena 6 su 100 sono alla ricerca di un impiego. È quanto emerge dal X Rapporto annuale “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia”, pubblicato oggi sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e sul Portale Integrazione Migranti.
Dai dati diffusi, il 35,9% delle donne italiane dichiara di prendersi cura di familiari, malati, disabili, anziani, ma tra le comunitarie il valore sale a 39,1% e tra le extra Ue a 44,9%. Le percentuali sono molto più alte tra le donne di alcune comunità straniere: il 95,2% delle egiziane, il 75,2% delle tunisine, il 72,2% delle bangladesi e il 70% delle pakistane.
Tra le donne con bambini di 0-5 anni, fascia particolarmente problematica per gli impegni di cura, la maggior parte (56%) delle italiane usufruisce di servizi pubblici o privati per la gestione dei figli, la maggior parte delle comunitarie ed extra Ue (56%) no. La rinuncia è dovuta al costo elevato di quei servizi per il 31,2% delle comunitarie e per il 37,2% delle extra Ue, a fronte dell’8,9% delle italiane. Inoltre, tra le italiane che dichiarano di non aver necessità di servizi, il 39,9% si avvale di parenti, mentre la percentuale scende al 15,5% tra le comunitarie e al 13,2% tra le extra Ue.