“Oggi abbiamo il compito di valorizzare la pace, la solidarietà, il rispetto tra i popoli attraverso la funzione educativa e formativa della scuola”. Lo sostiene il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani (Cnddu) nel quarto anniversario della strage di Nizza, quando il 14 luglio 2016, durante i festeggiamenti della festa nazionale francese, un tir si è scagliato contro la folla che assisteva allo spettacolo dei fuochi d’artificio sulla Promenade des Anglais, causando 86 morti e 458 feriti. Tra le vittime sei italiani: Carla Gaveglio, Maria Grazia Ascoli, Gianna Muset, Angelo D’Agostino, Mario Casati e l’italoamericano Nicolas Leslie.
“Il terrorismo di matrice fondamentalista islamista su scala internazionale si è manifestato in tutta la sua virulenza nei primi vent’anni del XXI secolo, portando devastazione, disorientamento, panico, instabilità politica e tanto dolore per vittime e familiari dei caduti”, si legge in una nota a firma del presidente Cnddu, Romano Pesavento. “I morti della strage di Nizza – prosegue – devono essere ricordati in quanto cittadini innocui, la cui vita è stata spezzata proprio in un momento di spensieratezza a causa dell’odio e delle incomprensioni tra gli esseri umani”. Di qui il compito della scuola: “Valorizzare la pace, la solidarietà, il rispetto tra i popoli”. Secondo Pesavento, “le testimonianze dirette e indirette dei protagonisti involontari di tali vicende possono aiutare i giovani a sensibilizzarsi rispetto a tematiche così ricche di implicazioni di ampio respiro”; pertanto la trasmissione di fatti tragici come questo “può e deve lasciare una traccia nel percorso evolutivo di ogni studente”.