“In questo luogo di cura, come in ogni ospedale, si concentrano due sfide: quella della salute dell’infermo e quella di chi si dedica a vincere le patologie che lo affliggono”. Lo ha detto il card. Fernando Filoni, gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, nell’omelia della Messa che ha celebrato stasera all’ospedale San Giovanni di Roma, in occasione della festa di san Camillo de Lellis, patrono degli ammalati e degli operatori sanitari. “Un ospedale è sempre uno spazio di sofferenza, di speranza e di esercizio delle capacità professionali. Un ospedale non potrà mai essere un luogo semplicemente di lavoro come tanti altri”, ha aggiunto il cardinale. Che ha poi lanciato un monito: “Qui la vita, che ci è stata data in dono, o recupera, per la vostra professionalità, la sua carica di fiducia per essere vissuta con dignità, o diviene un sito di formalismo professionista, percepito magari con freddezza e distacco”.
Nell’indicare l’esempio del santo, il card. Filoni si è soffermato sulla triplice dimensione della sua spiritualità, radicata nella consapevolezza che “servire gli infermi è servire il Signore”: “Considerava la persona di Cristo negli infermi, avrebbe preso su di sé i mali altri per alleviarne le sofferenze e riteneve gli infermi un dono per la conversione del cuore umano”.
Soffermandosi poi sull’emergenza sanitaria, il porporato ha evidenziato che “a nessuno sono sfuggite le lacrime e le parole di quanti nei giorni scorsi, davanti all’impotenza di curare gli innumerevoli pazienti ricoverati per Covid-19, si sono lasciati andare a emozioni di alta sensibilità umana e spirituale”. “Mai si potranno dimenticare la tristezza di chi non vede il proprio caro tornare a casa, l’ansia di chi attende un controllo medico o la gioia di chi è guarito”. Nelle sue parole la consapevolezza che “la pesantezza del lavoro e a volte anche una certa ripugnanza, che la cura di un infermo comporta, non possono oscurare l’umanità e l’alto senso del dovere di cui è portatore ogni medico e cooperatore sanitario”. “Voi siete gli alleati privilegiati del Creatore che continua dinamicamente l’opera creatrice – è il monito -. In questa grande battaglia tra la vita, l’infermità e la morte, il medico e l’operatore sanitario non possono non essere dalla parte della vita”. Infine, il card. Filoni ha ribadito che “se a un ospedale si togliesse o si riducesse il senso umanitario e la sua carica di amore in riferimento all’infermo, allora lo ridurremmo a luogo di affari, di conti economici, di business, di un professionalissimo freddo; e in alcuni casi di recente ne abbiamo visto le conseguenze!”.