“Nell’ultimo anno oltre 40mila famiglie hanno usufruito dei servizi nati grazie all’impegno sociale degli agricoltori con azioni di aiuto e sostegno a disabili motori e cognitivi, a persone con autismo, a detenuti ed ex detenuti, a minori disagiati o con difficoltà di apprendimento, a donne vittime di abusi, ad anziani, a persone con problemi relazionali oppure con dipendenze fino ai disoccupati e agli stranieri”. Lo ricorda oggi la Coldiretti, in occasione della presentazione a Roma del primo rapporto dedicato a “La vera agricoltura sociale fa bene all’Italia”, al cospetto del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova
“Una area di disagio molto ampia cresciuta ancora di più in questi mesi di pandemia, con oltre un milione di nuovi poveri che – sottolinea la Coldiretti – hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza coronavirus e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro con persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche”.
“Una crisi collettiva nazionale trasversale per demografia e lavoro senza precedenti dai tempi del dopoguerra e che – evidenzia il rapporto di Coldiretti – può trovare delle risposte nelle esperienze di agricoltura sociale diffuse su tutto il territorio nazionale: il 52,4% al Nord, il 21,4% al Centro e il 26,2% al Sud”.