Da dove nasce il titolo del Rapporto sulla città 2020, “la salute, il pane e le rose”? Il titolo evoca, “rimaneggiandole, le parole tradizionalmente attribuite all’attivista americana Rose Schneiderman in funzione di sostegno al voto alle donne” (ottenuto nel 1917 nello Stato di New York, in Italia fu necessario aspettare il ‘45). “Le donne ci insegnano che è legittimo aspirare a tutto: ‘la salute, il pane e le rose’, che la speranza è possibile – spiega Lodigiani –. A patto di saper cogliere nella crisi l’opportunità per una ‘rivoluzione culturale’, ripensare le forme dell’organizzazione sociale ed economica, riscrivere la grammatica delle relazioni, dei tempi e degli spazi urbani, valorizzando le differenze e contrastando ogni discriminazione e ingiusta disparità”. È “una speranza quotidiana, non urlata… non la si nota nemmeno, eppure è capace di trascinare tutti, vede e ama quello che sarà, va avanti senza risparmiare i passi”. Il volume si compone di diversi capitoli, affidati ad altrettanti studiosi e protagonisti della vita milanese. Fra i titoli: Si può avere tutto? Le donne a Milano tra famiglia e lavoro; Women at work: impresa e lavoro in un’ottica di genere; I volti della povertà tra fragilità, risorse e strategie di risposta; La partecipazione associativa delle donne immigrate a Milano; Luoghi di incontro delle donne prima e durante l’emergenza Covid-19; Donne, cultura e creatività nella città; Donne e uomini di spirito! Per una città pienamente umana.