“Genova accoglie il suo pastore con cuore aperto, capace di spalancare le braccia a chiunque le vuole bene nella verità. Città concreta e laboriosa, è pronta a partecipare – attraverso mille rivoli – a ciò che è grande e merita impegno e sacrificio”. Queste le parole del card. Angelo Bagnasco durante l’ordinazione episcopale in cattedrale del suo successore, il nuovo arcivescovo di Genova Marco Tasca. “Nella carità – che prova e invera la fede – Genova ha una ricca storia che si ramifica per ogni dove senza rumori, con la concretezza operosa che annuncia Dio che è Padre vicino e provvido”, ha detto il card. Bagnasco, ricordando che “il Vangelo odierno illumina e sigilla questo inizio. Ci ricorda che il pane della tavola è importante, ma che senza il pane dell’anima è troppo povero; ci ricorda che l’Apostolo non può selezionare i terreni; che deve seminare ovunque anche in campi umanamente impossibili, poiché l’opera è di Dio; ricorda che il seminatore deve nutrirsi di pazienza, perché il seme della Parola ha le sue vie e i suoi tempi; che deve vivere di fiducia, invocando ogni giorno la manna dal cielo; che dopo il lavoro generoso, deve riposare sereno, poiché Dio è all’opera nel campo dei cuori; deve ricordare che a noi, operai del vangelo, tocca la fatica lieta, e a Dio il pascolo delle anime. Deve credere fermamente che il migliore alleato del Vangelo non sono le risorse, la cultura, il potere, l’organizzazione, ma semplicemente l’uomo: egli porta in sé la ferita dell’infinito, la nostalgia dell’assoluto, il desiderio della gioia piena e perenne”. “Tutto può cambiare, ma il cuore dell’uomo non cambierà mai – ha concluso il card. Bagnasco -. Per questa ragione non dobbiamo temere di non saper comunicare con l’uomo moderno, ma dobbiamo avere il coraggio di risvegliare nella coscienza le domande ultime, con l’ostinazione fiduciosa e paziente del seminatore evangelico”.