Stati Uniti: stretta di Trump su studenti stranieri. Università preoccupate, decisione governo “non è solo segno di una cattiva politica sanitaria, è senza cuore”

(Foto ANSA/SIR)

(da New York) Anche le Università cattoliche si schierano contro la decisione dell’amministrazione Trump che vuole impedire agli studenti internazionali di restare negli Usa o di trasferirsi nel Paese se i loro college faranno solo corsi on line nel semestre autunnale. La nuova politica migratoria entrata in vigore il 6 luglio, senza alcun preavviso, ha creato il caos nelle Università e tra gli studenti. Il programma per studenti internazionali emesso dall’Agenzia per l’immigrazione e il rafforzamento delle frontiere è stato immediatamente impugnato dall’Università di Harvard e dal Massachusetts Institute of Technology che hanno intentato una causa contro l’amministrazione Usa presso la Corte federale di Boston chiedendo di bloccare la nuova politica con un ordine temporaneo di sospensione. L’Associazione delle Università e delle Università cattoliche ha affermato che la decisione del governo “non è solo segno di una cattiva politica sanitaria, è senza cuore”.
Mentre l’Associazione delle Università dei Gesuiti (Ajcu) ha espresso allo stesso modo “grave preoccupazione” per questa linea adottata perchè “non riconosce la necessità di flessibilità per dare priorità ai bisogni accademici di tutti gli studenti e continuare a combattere una malattia nuova, virulenta e mutevole”. John DeGioia, presidente della Georgetown University di Washington, ha dichiarato che l’Università “si oppone fortemente a questa azione sconsiderata”, che di fatto “crea nuove e inutili barriere per gli studenti internazionali e mette la loro salute, la loro stabilità e i loro progressi accademici a rischio se non sono in grado di partecipare alle lezioni di persona”.

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